Crestomanzia

Published: Oct 15, 2020 by

impariamo il sanscrito

svasti |, ho ricevuto stamattina direttamente dall’editore belga, ancora “caldi” di stampa, i due volumi della Crestomanzia sanscrita (sanscrito classico) (Sylvain Broquet, Chrestomathie sanskrite, ed. Safran). In francese.

Abbiamo innumerevoli grammatiche e manuali in italiano. Purtroppo, a mia conoscenza, non esistono crestomazie simili nella nostra lingua. Sono strumenti estramente utili, credo, a studenti universitari, a coloro che aspirano ad apprendere il sanscrito, o anche al semplice lettore digiuno di sanscrito.

La Crestomazia di Brocquet propone il testo in devanāgarī, la traslitterazione IAST, delle utilissime note esplicative, la traduzione in francese e in fondo ad ogni capitolo il vocabolario di tutti i termini, naturalmente nell’ordine alfabetico sanscrito. Una meraviglia, atyadbhutam

Traduco, lasciando pure la versione francese, a mo’ di esempio, un paio di versi tratti dal capitolo “ sāṅkhyayoga” della bhagavadgītā (VI, 45-46).

45:

traiguṇyaviṣayā vedā nistraiguṇyo bhavārjuna | nirdvaṃdvo nityasattvastho niryogakṣema ātmavān ||45||

Les veda s’appliquent au domaine des trois qualités: montre-toi affranchi des trois qualités Arjuna.

Affranchi des paires de contraires, habite constamment la vérité, affranchi de l’action et du repos, maître de toi-même.

(I veda si applicano al dominio delle tre qualità: mostrati libero dalle tre qualità Arjuna.

Libero dalle coppie di opposti, abita costantemente la verità, liberato dall’azione e dal riposo, padrone di te stesso.)

Note esplicative:

45

traiguṇya-, n : l’ensemble des trois guṇa, ou « qualités » qui, selon des proportions variables, sont constitutives de tous les êtres (sattva, rajas et tamas)

(l’insieme dei tre guṇa, o “qualità” che, secondo proporzioni variabili, sono costitutive di tutti gli esseri (sattva, rajas e tamas)

viṣaya- m. : ce mot désigne en premier lieu le domaine, la sphère dans laquelle se déploie une activité ou se vérifie une propriété. Il peut aussi désigner les organes ou les objets des sens, donc l’activité sensorielle en général, qui s’exerce sur le monde sensible défini par les trois qualités – le « domaine sensible » ainsi que choisi de le traduire Émile Sénart, qui s’efforce de réunir les deux notions. Marc Ballanfat, quant à lui, opte pour la première. Les bahuvrīhi dont le second membre est viṣaya – signifient en effet, le plus souvent, « dont le domaine est », « qui s’applique à » : triguṇya- viṣaya-, qualifiant les veda, signifie probablement « qui a pour domaine les trois qualités » - une limite que la doctrine enseignée par Kṛṣṇa vise à dépasser.

(questa parola designa in primo luogo il dominio, la sfera in cui si svolge un’attività o si verifica una proprietà. Può anche designare gli organi o gli oggetti dei sensi, e quindi l’attività sensoriale in generale, che si esercita sul mondo sensibile definito dalle tre qualità - il “dominio sensibile” come ha scelto di tradurre Émile Sénart, che si sforza di unire le due nozioni. Marc Ballanfat, da parte sua, ha optato per la prima. Il bahuvrīhi - il cui secondo membro è viṣaya - infatti, più spesso significa “il cui dominio è”, “che si applica a”: triguṇya- viṣaya-, qualificando i veda, probabilmente significa “che ha come dominio le tre qualità” - un limite che la dottrina insegnata da Kṛṣṇa mira a superare.)

nirdvaṃdva- = nirdvandva-, a : « dépourvu de paire ». Le détachement conduit en effet à dépasser l’illusion selon laquelle les contraires (le bonheur et le malheur, la bonne et la mauvaise action, l’ami et l’ennemi) diffèrent entre eux et possèdent des valeurs opposées. Phonétique et orthographe : devant une occlusive, les nasales peuvent soit avoir le même point d’articulation que cette occlusive, soit prendre la forme *d’anusvāra*.

(senza una coppia ". Il distacco porta infatti a superare l'illusione che gli opposti (felicità e infelicità, buone e cattive azioni, amico e nemico) siano diversi l'uno dall'altro e posseggano valori opposti. Fonetica e ortografia: di fronte ad una occlusiva, le nasali possono avere lo stesso punto di articolazione dell'occlusivo o assumere la forma di *anusvāra*.)

sattva-, n : certainement, ici, la « vérité » (et non la première des qualités, puisqu’il s’agit précisement de les dépasser, de dépasser ce qui les oppose). Voir la note de Marc Ballanfat ad loc.

(Certamente, qui, la “verità” (e non la prima delle qualità, perché si tratta proprio di andare oltre, di andare oltre ciò che gli si oppone). Vedi la nota di Marc Ballanfat ad loc.)

yoga-kṣema- : dans ce contexte de dépassement des contraires, probablement « action et repos »

(in questo contesto di superamento degli opposti, probabilmente “azione e riposo”…)

46:

yāvān artha udapāne sarvataḥ saṃplutodake | tāivān sarveṣu vedeṣu brāhmaṇasya vijānataḥ ||46||

Aussi grand que le profit qu’on trouve dans un puits où de partout convergent le eaux.

​ Est le profit qui se trouve dans l’ensemble des veda, pour un brahmane doué de discernement.

(Grande come il profitto che si trova in un pozzo dove convergono tutte le acque.

È il profitto che si trova in tutti i veda per un bramano dotato di discernimento.)

Note esplicative:

yāvān … tāvān … (N m sg se rapportant à arthaḥ, « profit ») : « aussi grand… aussi grand… » cf. lat. tanus … quantus…)

(N m sg riferendosi a arthaḥ, “profitto”): “grande … quanto …” cf. lat. tanus … quantus…)

saṃplutodake (udapāne) = yasmin udakāni saṃplutāni tasmin (udapāne), bv.

vijānataḥ : G m sg du participe présent de vi-JÑĀ, « discerner » (renvoi à la connaissance discriminatrice : cf. vijñāna-).

(G m sg del participio presente di vi-JÑĀ, « discernere » (rimanda alla conoscenza discriminatrice : cf. vijñāna-).)

Brāhmaṇasya vijānataḥ : genitivo d’interesse.

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