अक्षरसमाम्नाय

akṣarasamāmnāya

L’alfabeto sanscrito è letterale in quanto ha un segno speciale per ciascuno dei fonemi, cioè 47 segni; è sillabico in quanto la sillaba è annotata da un unico raggruppamento grafico, dove l’elemento consonante costituisce la parte essenziale, con l’aggiunta, per così dire, dell’elemento vocale. Dal punto di vista grafico, il gruppo consonante e la vocale che lo segue formano un’unica unità.
I segni, con la consueta trascrizione latina (IAST, fissata dal X Congresso degli Orientalisti a Ginevra, 1894, Burgess Atti 29), sono in ordine:

vocali:
a, ā, i, ī, u, ū, ṛ, ṝ, ḷ

Le vocali possono essere corte (hrasva): a, i, u, ṛ, ḷ :
le vocali corte sono tenute per una misura (mātrā)

lunghe (dīrgha): ā, ī, ū, ṝ, ḹ :
le vocali lunghe sono tenute per due mātrā

o allungate (pluta) :
le vocali allungate sono tenute per tre o più misurazioni. La misura allungata appare in sanscrito vedico, ma è rara in sanscrito classico; le misure allungate sono indicate da una vocale seguita dal numero 3, sia nella traslitterazione romanica che nel devanāgarī. (Si può anche incontrare una vocale lunga seguita da un 3).

La e la vocaliche necessitano la retroflessione della lingua. Erroneamente oggi si tende a pronunciarli come “ri” o “li”, come nell’esempio più eclatante kṛṣṇa, che presenta ben una vocale e due consonanti retroflesse e che viene erroneamente pronunciato “krishna”! Per ottenere la retroflessione sia delle vocali che poi delle consonanti bisogna sollevare la punta della lingua in modo che punti verso l’alto, avvicinandosi, ma senza toccare il palato.

vocali derivate e dittonghi (saṃdhyakṣara):
e, ai, o, au
Queste vocali sono derivate combinado il suono a con la i e la u per formare vocali composte.
a + i = e; a + e = ai; a + u = o; a + o = au

modificatori vocalici (anusvāra, anunāsika, visarga):
aṃ, aṃ̆, aḥ
A queste quattordici vocali si aggiungono l’anusvāra, l’anunāsika e il visarga, per formare ciò che chiamiamo i sedici mātṛkā o śakti (poteri o energie). L’anusvāra () è un “dopo suono”, un suono nasale che segue una vocale. Si pronuncia solo con il naso, e dovrebbe essere indipendente dalla posizione della bocca. “L’anunāsika (aṃ̆ o ), con il suo candrabindu (ँ), è una forma di nasalizzazione vocalica con bocca aperta, molto simile alla nasalizzazione francese della̐ o seguita da n o m. Quando n o m seguono una vocale, queste diventano silenti e ciò fa si che la precedente vocale si nasalizza.” (wikipedia)
Il visarga o visarjanīya (aḥ) è un respiro senza voce che segue una vocale e sipronuncia con la stessa posizione della bocca di questa vocale. Alcune tradizioni aggiungono una eco vocale dopo aver respirato, in modo che aḥ si pronuncia come aḥa.

consonanti:


gutturali palatali celebrali
retroflesse
dentali labiali
sorde ka ca ṭa ta pa
sorde
aspirate
kha cha ṭha tha pha
sonore ga ja ḍa da ba
sonore
aspirate
gha jha ḍha dha bha
nasali ṅa ña ṇa na ma
→↓          
semivocali   ya ra/la   va
sibilanti
sorde
  śa ṣa sa  
aspirate ah        



devanāgarī:

अं अः
a ā i ī u ū e ai o au aṃ aḥ
ka kha ga gha ṅa ca cha ja jha ña ṭa ṭha ḍa ḍha ṇa ta
tha da dha na pa pha ba bha ma ya ra la va śa ṣa sa



numeri:
Probabilmente sono gli Indiani ad aver inventato i numeri, lo zero e il sistema decimale. Gli Arabi ce l’hanno solo trasmesso.

१०
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
śunya ekā dva tri catur pañca ṣaṣ sapta aṣṭa nava daśa



śrī rudram, camakam 11, kṛṣhṇa yajurveda taittirīya samhitā, 4º kāṇḍa, 5ª pra-pāṭhaka

  1. ekā ca me tisraśca me pañca ca me
    e uno a me, e tre a me, e cinque a me,
  2. sapta ca me nava ca ma , ekādaśa ca me
    e sette a me, e nove a me, e undici a me,
  3. trayodaśa ca me pañcadaśa ca me saptadaśa ca me
    e tredici a me, e quindici a me, e diciassette a me,
  4. navadaśa ca ma , ekavigmśatiśca me
    e diaciannove a me, e ventuno a me,
  5. trayovigmśatiśca me pañcavigmśatiśca me
    e ventitré a me, e venticinque a me,
  6. saptavigmśatiśca me navavigmśatiśca ma,
    e ventisette a me, e ventinove a me,
  7. ekatrigmśacca me trayastrigmśacca me
    e trentuno a me, e trentatre a me,
  8. catasraścame ‘ṣṭau ca me dvādaśa ca me
    e quattro a me, e otto a me e dodici a me
  9. ṣoḍaśa ca me vigmśatiśca me
    e sedici a me, e venti a me
  10. caturvigmśatiśca me ‘ṣṭāvigmśatiśca me
    e ventiquattro a me, e ventotto a me,
  11. dvātrigmśacca me ṣaṭ trigmśacca me
    e trentadue a me, e trentasei a me
  12. catvārigmśacca me catuścatvārigmśacca me
    e quaranta a me, e quarantaquattro a me,
  13. ‘ṣṭācatvārigmśacca me
    e quarantotto a me,
  14. vājaśca prasavaścāpijaśca kratuśca suvaśca
    vājaḥ ca= e vigore, prasavaḥ ca = e impeto, kratuḥ ca= e determinazione, suvaḥ ca= e splendore,
  15. mūrdhā ca vyaśniyaścāntyāyanaścāntyaśca
    mūrdhā ca= e la prima parte di qualsiasi cosa, vyaśñiyaḥ ca= colui che mangia fino all’ultima briciola, āntyāyanaḥ ca=e il discendente di āntya , āntyaḥ ca= e la natura di ciò che ha fine
  16. bhauvanaśca bhuvanaścādhipatiśca
    bhauvanaḥ ca= e colui che appartiene al mondo, bhuvanaḥ cha= e il genere umano, adhipatiḥ ca= e il comandante, amministratore supremo.
















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