sandhi esterno
“Il sandhi (saṃdhi), «congiunzione, composizione», è fenomeno tipico del sanscrito, nel quale vocali e consonanti incontrandosi subiscono, per ricerca d’eufonia, modificazioni soggette a regole rigorose, molto più di quanto non accada in altre lingue indoeuropee. Il sandhi esterno riguarda le modificazioni che subiscono i fonemi iniziali e finali sia di parole grammaticalmente distinte che vengono in contatto, sia di temi nominali che vengono accostati nei composti: evidentemente gli esiti sono diversi a seconda della posizione occupata dalle singole parole nell’insieme della frase o nell’interno dei composti. Il sandhi interno riguarda il comportamento dei fonemi all’interno delle singole parole (ad es. nella declinazione e nella coniugazione). In generale le regole sono comuni per i due tipi di sandhi.” (Carlo della Casa, Corso di sanscrito).
Nelle due pagine seguenti sono elencati i sandhi vocale- / -vocale e consonante- / -consonante e consonante- / -vocale.
Ecco alcune note per la corretta comprensione delle tabelle dei sandhi:
- Fusione completa dei suoni finali e iniziali delle due parole, solo nei casi segnalati con trattini prima e dopo la vocale.
- Le parentesi indicano una modifica anche del suono iniziale della parola successiva.
- La linea tratteggiata all’incrocio di -ḥ con r- segnala la caduta di -ḥ. Se -i o -u precedono -ḥ, queste diventano -ī o -ū.
- Il raddoppio di -n finale, in presenza di parola successiva con vocale iniziale, si verifica quando la vocale che precede -n è corta.
- -aḥ + vocale- = -a vocale-
ma: -aḥ + a- = -o ‘- (vṛkaḥ + api = vṛko ‘pi) - -aḥ deriva da *-as. Nei pochi casi in cui deriva da
*-ar (punar, pitar, prātar, ahar, …) si hanno i seguenti esiti differenti:
-aḥ diventa -ar (e non -o) davanti a tutte le consonanti sonore, ad eccezione di r- iniziale dove diventa -ā;
-aḥ diventa -ar (e non -a) se la parola seguente inizia con qualsiasi vocale, anche a-.