rudra namakam 1 - ṛk 14



namaste , astvāyudhāyānātatāya dhṛṣṇave |
| namaḥ | te | astu | āyudhāya | anātatāya | dhṛṣṇave |
| inchino |a te |sia | all’arma |non teso | al potente|

Saluti (namaḥ) a te (te), sia (astu) [alla tua] potente (dhṛṣhṇave) arma (āyudhāya - in questo caso l’arco) non tesa (anātatāya)
Un saluto sia a te e alla tua potente arma non tesa. |
uubhābhyāmuta te namo bāhubhyān tava dhanvane ||14||

| ubhābhyām | uta | te | namaḥ | bāhubhyām | tava | dhanvane |
| a entrambe | anche | a te | inchino | alle due braccia |tue |all’arco |

Riverenza (namaḥ) [sia] per entrambi (ubhābhyām) e anche (uta) a te (te), alle tue (tava) braccia (bāhubhyām) [e] all’arco (dhanvane).

 Omaggio a entrambi,   a te e alle tue due braccia e anche  all’arco. |

traduzione di Rajagopala Aiyar Versione 1:
Saluto la tua arma inoffensiva ma solida e potente, così come entrambe le tue mani e il tuo arco.
Versione 2:
Omaggio alle tue armi, inoffensive ma robuste e potenti, alle tue mani e al tuo arco.

esplorando i commentari
1. sāyaṇācāryabhāṣyam

he rudra te tvadīyāyāyudhāya bāṇarūpāya namo 'stu ।
kīdṛśāyāyudhāya ।
anātatāya dhanuṣi saṃdhānābhāvādaprasāritāya ।
dhṛṣṇave svarūpeṇa prahantuṃ pragalbhāya ।
kiṃca te tvadīyābhyāmubhābhyāṃ bāhubhyāṃ namo 'stu।

O Rudra! Che il nostro saluto sia alla Tua arma sotto forma di freccia!
Che tipo di arma è? Poiché non è montata sull'arco, non è esposta (come se volesse uccidere), (sebbene sia) per natura potente e pronta a uccidere.
Inoltre, il nostro saluto sia rivolto a entrambe le Tue braccia. E che il nostro saluto sia al Tuo arco (pināka).


2. Rajagopala Aiyar

1. Man mano che ci avviciniamo alla conclusione del primo anuvāka, si osserva che questo ṛk riflette il primo, ma con una notevole differenza: fino al ṛk 13, il supplicante viveva nell'ombra della paura suscitata da Rudra e dalle Sue armi. Ora, tuttavia, a seguito delle sue ferventi preghiere, quella paura si è dissipata, lasciando posto a un sentimento di sicurezza e rassicurazione, come Arjuna esprime e afferma nella Bhagavad Gītā: "Ora mi sento sollevato, in possesso della mia mente e ristabilito nel mio stato normale".
Questo ṛk esprime sollievo per la rimozione della paura e una completa rassicurazione. Le armi non sono più ātata, pronte a colpire, ma sono diventate anātata inoffensive, protettive e amichevoli.
2. anātataya :
Sāyaṇa - la freccia non "inserita" nell'arco.
Bhāskara - l'arco non teso.
A. Śaṅkara - non impegnato a colpire.
3. dhṛṣṇave :
Sāyaṇa - adatto per natura a colpire ed efficace.
Bhāskara - robusto.
4. āyudhāya :
Sāyaṇa - freccia.
Bhāskara - arco, o può riferirsi ad altre armi di Rudra come la mazza, l'ascia, ecc., che pur non essendo adatte all'arco sembrano spaventose.
5. ubabhyām bahubhyām :
Sāyaṇa - a entrambe le tue mani.
Bhāskara - la ripetizione è involontaria e non ha significato.
A. Śaṅkara - sebbene bahubhyām sia sufficiente, a causa dell'eccessiva paura delle due mani sollevate per colpire, ubabhyām è ripetuto. (Questo non sembra corretto, poiché questo ṛk esprime l'assenza di paura).Nota

Note del curatore:
  1. Nel ṛk, l'uso di ubabhyām bahubhyām ha sollevato un interessante punto di discussione tra i commentatori.
    La parola bahubhyām è già flessa al duale, indicando "due mani" o "entrambe le mani". Pertanto, l'aggiunta di ubabhyām, che significa "entrambe", potrebbe sembrare una ripetizione ridondante.
    Questa peculiarità è stata notata da Bhāskara, che considera la ripetizione come involontaria e priva di significato aggiuntivo.
    Anche A. Śaṅkara riconosce che bahubhyām sarebbe stato sufficiente di per sé, suggerendo che l'aggiunta di ubabhyām potrebbe essere un enfasi dovuta all'intensità emotiva, nonostante ciò possa non essere del tutto in linea con il tono del verso che mira a esprimere l'allontanamento dalla paura.

    La mia proposta, grammaticalmente valida, è quella di separare ubabhyām da bahubhyām e usare ubabhyām per riferirsi sia a Rudra (te) che alle sue braccia (bahubhyām), seguito da uta per includere anche l'arco come terzo elemento.
    "Omaggio a entrambi, a te e alle tue due braccia e anche all'arco."
    oppure "Omaggio sia a te e alle tue due braccia sia anche all'arco."
    ubhābhyām è il duale del pronome ubha, che significa "entrambi" o "sia... sia...", quindi può essere usato per riferirsi a due entità. Nel contesto del verso, ubhābhyām si collega a Rudra e alle sue braccia, e poi uta, che significa "anche", estende l'omaggio all'arco di Rudra.
    Questa interpretazione fornisce una chiara distinzione tra le entità a cui è diretto il saluto: prima Rudra e le sue braccia, e poi anche l'arco. Risulta in una lettura che rispetta la struttura grammaticale e fornisce un significato coerente e logico nel contesto del verso. Torna al testo





La recitazione è dei Challakere Brothers.
Su www.saiveda.net il tutorial per la recitazione: tutorial

namaḥ, nom. sg. di namas-, saluto reverenziale, omaggio;

te, pron. enclave. dat. sg. m. di tvad, tu, di te

è un’enclitica, cioè una forma non accentata del dativo del pronome tvad, tu, altrimenti: tava.

astu, vb. cl. 2 (adādi gaṇa) 3ª p. sg. imp. di √as-, essere, sia.

  • adādi gaṇa si riferisce a uno dei dieci gruppi principali (o gaṇas) di radici verbali. In sanscrito, i verbi sono classificati in dieci gruppi in base alla radice verbale e alle loro regole di coniugazione. Questi gruppi sono fondamentali per capire la morfologia verbale del sanscrito.

āyudhāya, sn. dat. sg. di āyudha-, arma (RV; AV; R; MBh), in questo caso riferito all’arco;

anātatāya agg. m. sg. dat. di anātata-, non teso, non disteso (VS);

dhṛṣhṇave agg. dat. sg. m. di dhṛṣhṇu- 1. audace, coraggioso, feroce, violento, forte (Indra, Soma, Marut, fuoco, armi), (RV; AV; VS);


ubhābhyām, agg. du. dat. di ubha-, entrambi (RV; AV; ŚBr).
uta, prc. anche, e
te, pron. enclave. dat. sg. m. di tvad, tu, di te
namaḥ, nom. sg. di namas-, saluto reverenziale, omaggio;
bāhubhyām, sm. dat. du. du bāhu-, alle braccia.
tava, pron. gen. sg. m. da tvam, di te, tuo
dhanvane, sn. dat. sg. di dhanvan-, all’arco

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