rudra namakam 1 - ṛk 15



pari̍ te̱ dhanva̍no he̱tira̱smān vṛ̍ṇaktu vi̱śvata̍ḥ |
| pari | te | dhanvanaḥ | hetiḥ | asmān | vṛṇaktu | viśvataḥ |
| tutt’intorno |di te |arco | arma |noi| eviti|da ogni parte |

Che la freccia (hetiḥ) del Tuo (te) arco (dhanvanaḥ) ci (asmān) eviti (pari-vṛṇaktu) da tutti i lati (viśvataḥ).
Che la freccia del Tuo arco ci eviti da tutti i lati. |


atho̱ ya , i̍ṣu̱dhistavā̱re , a̱smannidhe̍hi̱ tam ||15||

| atho | yaḥ | iṣudhiḥ | tava | āre | asmat | nidhehi | tam |
| e ancora | quello che | faretra | di te, tuo | lontano da | da noi |posa | lui |

E ancora (atho) posa (nidhehi) lontano (āre) da noi (asmat) quella (yaḥ) Tua (tava) faretra (iṣudhiḥ).
E ancora, posa lontano da noi quella Tua faretra! |

traduzione di Rajagopala Aiyar Che la freccia del tuo arco ci risparmi in tutti i modi.
Inoltre, metti la tua faretra lontano da noi.

commentario di Rajagopala Aiyar In questo ultimo ṛk del primo anuvāka, si concretizza l'idea di una completa immunità dalle frecce di Rudra; possa la tua freccia deviare da me, possa la faretra essere posizionata in un luogo lontano dalla mia vista.
hethiḥ :
Sāyaṇa interpreta hethiḥ come "freccia".
Bhāskara lo interpreta come "ferita" o "sofferenza causata dall'arco".
āre:
Sāyaṇa lo traduce come "lontano da noi".
Bhāskara lo interpreta come "a distanza" o "in mezzo ai miei nemici".
A. Śaṅkara lo spiega come "in mezzo ai miei peccati, che sono i miei nemici".





La recitazione è dei Challakere Brothers.
Su www.saiveda.net il tutorial per la recitazione: tutorial

pari, avv. 1. in giro, attorno, intorno, tutt’intorno; 2. pienamente, abbondantemente, riccamente (spec. iic. per esprimere completezza o grado elevato), (RV)

In questa frase, pari funziona come un prefisso intensificativo per vṛṇaktu, indicando una protezione che avviene in modo completo o da tutti i lati (viśvataḥ).

te, pron. enclave. gen.. sg. m. di tvad, tu, di te

è un’enclitica, cioè una forma non accentata del dativo del pronome tvad, tu, altrimenti: tava.

dhanvanaḥ, sn. gen. sg. di dhanvan-, arco (RV);.

La forma dhanvan è una variante della base dhanus-.

hetiḥ, sf. nom. sg. di heti-, sf. arma da lancio, freccia, arma generica (RV);

hi- cl. 5 scaricare, lanciare, scagliare, sparare;

asmān pron. acc. pl. m. di aham, noi;

vṛṇaktu vb. cl. 7, 3ª p. sg. pre. imp. P. di √vṛj-, rimuovere, evitare, schivare, allontanare;

  • √vṛj-, 1. piegare, girare; 2. cogliere, raccogliere (spec. erba sacrificale); 3. torcere il collo o strozzare una persona; 4. allontanare, rimuovere;
  • Il prefisso “pari” è separato dal verbo √vṛj- (vṛṇaktu all’imperativo). Questa separazione è una caratteristica comune nella poesia e nella letteratura sanscrita, nota come viyoga o “separazione”. In questa pratica, un prefisso (upasarga) può essere separato dal suo verbo e posizionato altrove nella frase per motivi stilistici o metrici, mantenendo comunque il suo significato e la sua relazione con il verbo.

viśvataḥ, avv. da ogni parte, ovunque, tutt’intorno, universalmente (RV)

  • viśva-, agg. 1. tutto, ogni, ognuno; 2. intero, universale (RV); 3. che pervade o che contiene il tutto, onnipresente (dettodi Visnu-Krsna, anima e intelletto)

  • -tas, suffisso per formare avverbi. Il suffisso -tas è frequentemente utilizzato per formare avverbi da sostantivi o aggettivi. Quando viene aggiunto a una parola, conferisce il significato di “in termini di”, “in relazione a”, o “da un punto di vista di”. Quindi, quando -tas viene aggiunto a viśva-, il composto viśvatas assume il significato di “da tutti i lati”, “universalmente”, o “in ogni modo”.

    Nel contesto della frase viśvataḥ serve a enfatizzare l’idea di protezione o allontanamento da ogni direzione o lato, sottolineando la completezza o l’universalità dell’azione descritta.

atho, avv. 1. ora; 2. similmente; 3. presto; quindi.

  • atha, avv. 1. ora, allora; 2. piuttosto; 3. certamente; 4. ma; 5. che cosa?.
  • u, cong. (congiunzione enclitica usata frequentemente nei Veda): 1. e, anche, inoltre; 2. d’altra parte.
  • La particella enclitica u proviene dal linguaggio vedico dove aveva un ampio uso. Nel sanscrito classico si è mantenuta solo nelle congiunzioni: kim + u –> kimu “quanto ancora?”, atha + u –> atho “e ancora, e poi, e dopo”, e na + u –> no “e no, non ancora, non più”.


yaḥ, pron. rel. nom. sg. m. di yad-, quello che
iṣudhiḥ, sm. nom. sg. di iṣudhi-, faretra (RV; AV).;

  • iṣu-, sm. sf. 1. freccia (RV; AV; VS; MBh)
  • dhā-, vb. cl. 3, 1. porre, collocare, porre in o sopra (loc.); 2. prendere o portare o aiutare (loc. o dat.)

tava, pron. gen. sg. m. da tvam, di te, tuo
āre, avv. 1. lontano, lontano da; 2. fuori; 3.senza (RV: AV); 4. presso (L).
nidehi, vb. cl. 3, 2ª p. sg. imp. pres. di nidhā-, abbassa, posa, adagia, metti da parte

  • nidhā-, mettere giù, posare, deporre, adagiare, depositare, fare provvista di, conserva- re (per se stesso); 2. affidare, conse- gnare, presentare o offrire a (dat., loc.); 3. mettere in, fissare in (loc., loc. con amar o antar ifc.), (RV); 4. mettere o collocare davanti ad una persona
  • ni-, prefisso che enfatizza un movimento verso il basso o all’interno.
  • dhā-, vb. cl. 3, 1. porre, collocare, porre in o sopra (loc.); 2. prendere o portare o aiutare (loc. o dat.);

tam, pron. acc. sg m. di tad, lui, quello

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