agni

Published: Jun 11, 2020 by

agni è una figura divina molto importante, non solo per gli uomini, come mezzo di purificazione perché, nel bruciare le impurità, li eleva all’immortalità. Ma anche per le divinità stesse, che pure hanno raggiunto l’immortalità grazie a agni. Rileggendo gli straordinari tre tomi di Abel Bergaigne (sto pubblicando la parte riguardante agni nella sezione di approfondimenti jñānābhyāsa) “La religion védique dans les hymnes du ṛgveda” mi ha colpito questo verso tratto dal maṇḍala VI.7.4 del ṛgveda. Allego pure l’audio tratto dal sito di Aurobindo con la recitazione, convinto che i veda sono soprattutto suono, śabdabrahman!

त्वां विश्वे॑ अमृत॒ जाय॑मानं॒ शिशुं॒ न दे॒वा अ॒भि सं न॑वंते ।

तव॒ क्रतु॑भिरमृत॒त्वमा॑य॒न्वैश्वा॑नर॒ यत्पि॒त्रोरदी॑देः ॥

tvā́m víśve amṛta jā́yamānam śíśum ná devā́ abhí sám navante ǀ

táva krátubhiramṛtatvámāyanváiśvānara yátpitrórádīdeḥ ǁ

“Tutti gli dei, o immortale, ti acclamano alla tua nascita come un bambino; con il tuo potere sono arrivati all’immortalità, o vaiśvānara, quando sei uscito brillantemente dai tuoi genitori.”

vaiśvānara è un epiteto di agni, sm. ; come agg. appartenenete a tutti gli uomini, onnipresente, conosciuto o venerato ovunque.

Bergaigne sottolinea che, in questo verso, i genitori sono il cielo e la terra e non come di solito si intende gli ārani (i due pezzi di legno usati per accenderlo tramite strofinamento).

L’immagine del video rappresenta agni in groppa al suo vāhana, una chāgā.

Il testo è tratto dal ṛgveda I.1.9:

sa na̍ḥ pi̱teva̍ sū̱nave’gne̎ sūpāya̱no bha̍va |

saca̍svā naḥ sva̱staye̎ || 9 ||

Allora, O agni, sii a noi facile da avvicinare esattamente come un padre per il figlio : unisciti al nostro benessere

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vānaprastha
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van- , vb. cl. 1, piacere, amare, sperare, desiderare; ottenere, acquisire; conquistare, vincere;

liṅgam
liṅgam

“Generalmente la centralità nei templi dedicati al Dio spetta al liṅga. Esiste una molteplicità di liṅga. Rappresentazione della potenza allo stato puro prima e nonostante la manifestazione, il liṅga è l’emblema per eccellenza di śiva, esso rappresenta parzialmente l’energia sessuale e la procreazione, ma è soprattutto potenza distruttrice: se il liṅga, a causa di una maledizione, si stacca dal corpo di śiva e cade a terra l’universo si spegne o comincia bruciare ogni cosa, finché non viene posta nella yoni di parvatī ove la sua forza distruttrice si placa; la yoni rappresenta la base su cui il liṅga è istallato, simbolo della śakti con la quale il Dio è perennemente unito. Nei pancamukha-liṅga (liṅga con cinque volti) ci sono in realtà quattro volti, il quinto è il liṅga come forma trascendente di śiva. Nei sancta sanctorum dei templi i la mūrti che si incontra più frequentemente non è una vera e propria mūrti, bensì il liṅga che prima di essere un oggetto concreto di culto è il segno di una Realtà sottile che permea tutte le cose: “il liṅga è nel fuoco per coloro che si dedicano ai riti, nell’acqua, nel cielo, nel sole per gli uomini saggi, nel legno e in altri materiali solo per gli sciocchi; ma per gli yogin è nel proprio cuore. (īśvara-gītā, Il Canto del Signore [śiva]). Gli śivaliṅga sono infiniti, dice lo śiva-purāṇa, e l’intero universo è fatto di liṅga giacché tutto è forma di śiva e null’altro esiste realmente; il liṅga in altre parole è il brahman (īśvra-gītā 10, 1 e 3).”