Published: Jun 28, 2020 by
Ecco come descrive Abel Bergaigne la pianta del soma, estrapolando le informazioni unicamente dai versi del ṛgveda.
“Il soma è un liquore alcolico, spesso chiamato indu, estratto da una pianta solitamente indicata negli inni con il nome di andhas-, ṛgveda IX, 18,2 …, e aṃśu- (X,17,12). Cresce sulle montagne, IX, 18,1…, di cui forma la sua capigliatura, V,41,11… Viene pressata (IX, 67, 19) o, secondo l’espressione del verso I,137,3, trattata con delle pietre, IX, 24, 5, in un recipiente che, secondo il verso I, 109, 3, sembrerebbe essere chiamato dhiṣanā-. Una volta estratto, il succo della pianta deve passare attraverso un setaccio (IX, 51,1), dove si purifica (IX,78,1). Questo setaccio è fatto di lana di pecora, I, 135,6, e talvolta viene pure chiamato con il nome di “pecora” (IX, 78,1).
Da lì il soma scorre in vasi di legno (IX, 6, 5) chiamati negli inni talvolta droṇa-, IX, 3,1, altre volte dru- , “legno” , IX, 65, 6, oppure kalaśa, IX,8,6, o ancora camū, IX, 20, 6, e infine con il termine generico di kośa, “barile”, IX, 36, 2.
Da tale vaso, chiamato camū nel verso V, 51,4, passa alle coppe chiamato nel medesimo verso amatra-, ma il cui nome più usato è camasa-, I,161,1. In queste diverse decantature, IX, 65,6, viene successivamente mescolato con acqua, VIII,1,17, con latte, VIII, 2, 9, o latte cagliato, ibid., 1.
Si aggiungono ancora dei chicchi di grano, IV, 29, 4, da cui l’epiteto “mischiato al grano” applicato al soma contemporaneamente a quello di gavāśir- “mescolato al latte”, I, 187, 9”