Galimatias

galimatias vediche

Published: Jul 13, 2020 by

Le “galimatias” vediche !

Leggendo l’“Histoire de la langue sanskrite” di Louis Renou, mi imbatto in questo interessante passaggio:

“Lo scrupolo di esprimersi per mezzo di enigmi o almeno in un linguaggio “velato” - quello che sarà poi designato dalle parole pári-hval- (1) e saṃdhāvacana (2) - ha contribuito in molti passaggi a creare parole dal duplice significato, immagini invertite, sovrapposte, in breve ciò che è stato chiamato da Abel Bergaigne, guardando le cose dall’esterno, le “galimatias“(3) vediche.”

Le galimatias quindi, questo discorso confuso e imbrogliato, così battezzato da Bergaigne, forse con ironia o disperazione, mascherano il vero significato di molti inni vedici.

Bergaigne definisce galimatias nel suo “Manuel pour étudier le sanscrit védique”. Afferma che in presenza di un discorso apparentemente senza senso,”puro galimatias” appunto, l’unica cosa da fare è tradurre parola per parola, e, dico io, rassegnarsi e immergersi nel suono.

Ecco un esempio citato da Bergaigne nel suo “Manuel”:

ṛgveda, VI,59,6 indrāgnī apādiyam pūrvāgātpadvatībhyaḥ ǀ hitvī śiro jihvayā vāvadaccarattriṃśatpadā nyakramīt ǁ

Ed ecco la traduzione dei Brereton-Jamison: Indra and Agni, this footless one here [=Dawn] has gone in front of the footed ones [=cows?]. While (this one [=Agni],) having left his head behind, constantly chattering with his tongue, goes wandering, (this one [=Indra?]) has trodden down thirty with his foot.

E quella di Geldner:

Indra und Agni! Fußlos ist sie noch vor den fußbegabten (Kühen) gekommen. Während (Agni) ohne Haupt mit der Zunge laut redend wandelt, hat (Surya) die dreißig Schritte angetreten.

Insomma, si parla di Indra senza piedi che arriva davanti a chi di piede è dotato. Agni invece è senza testa, ma parla con la lingua e fa trenta passi.

1- pari-, in giro, attorno, opposto a; hval-, vb. cl. 1 P. andare per una via storta o sbagliata. Quindi girare in giro al vero significato, imboccando una strada tortuosa.

2- saṃdhāvacana-, sn. discorso allusivo

3- galimatias (pr. galimatzià), termine francese di origine incerta, Discorso confuso e imbrogliato, senza capo ne coda, formato di parole senza senso; sproloquio.

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vānaprastha
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van- , vb. cl. 1, piacere, amare, sperare, desiderare; ottenere, acquisire; conquistare, vincere;

liṅgam
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“Generalmente la centralità nei templi dedicati al Dio spetta al liṅga. Esiste una molteplicità di liṅga. Rappresentazione della potenza allo stato puro prima e nonostante la manifestazione, il liṅga è l’emblema per eccellenza di śiva, esso rappresenta parzialmente l’energia sessuale e la procreazione, ma è soprattutto potenza distruttrice: se il liṅga, a causa di una maledizione, si stacca dal corpo di śiva e cade a terra l’universo si spegne o comincia bruciare ogni cosa, finché non viene posta nella yoni di parvatī ove la sua forza distruttrice si placa; la yoni rappresenta la base su cui il liṅga è istallato, simbolo della śakti con la quale il Dio è perennemente unito. Nei pancamukha-liṅga (liṅga con cinque volti) ci sono in realtà quattro volti, il quinto è il liṅga come forma trascendente di śiva. Nei sancta sanctorum dei templi i la mūrti che si incontra più frequentemente non è una vera e propria mūrti, bensì il liṅga che prima di essere un oggetto concreto di culto è il segno di una Realtà sottile che permea tutte le cose: “il liṅga è nel fuoco per coloro che si dedicano ai riti, nell’acqua, nel cielo, nel sole per gli uomini saggi, nel legno e in altri materiali solo per gli sciocchi; ma per gli yogin è nel proprio cuore. (īśvara-gītā, Il Canto del Signore [śiva]). Gli śivaliṅga sono infiniti, dice lo śiva-purāṇa, e l’intero universo è fatto di liṅga giacché tutto è forma di śiva e null’altro esiste realmente; il liṅga in altre parole è il brahman (īśvra-gītā 10, 1 e 3).”