Grammatica sanscrita

il verbo


III. - Sistema del futuro

1- Futuro semplice
2- Condizionale
3- Futuro perifrastico
4- Participio


130- Il futuro “semplice” è una formazione tematica (cioè senza alternanza) indipendente , che utilizza un affisso sya- (aggiunto alla radice a grado pieno) e desinenze primarie. Esempio: da I- “andare”, avremo E-ṣya-ti “egli andrà” (con cerebralizzazione della s secondo 37); da BHID- “squarciare”, BHET-sya-ti (passaggio da d a t secondo 33a); da TYAJ- “abbandonare” > TYAK-ṣya-ti (k secondo 35, 37); da BUDH- “risvergliarsi” > BHOT-sya-ti (trasferimento dell’aspirazione secondo 34); ecc. Più della metà delle radici con consonanti finali, inseririscono una -i-. Esempi: da GAM- “andare”, abbiamo GAM-i-ṣya-ti ( secondo 37); questo si trova in alcuni di quelli che, a zero, terminano con una vocale (BHŪ- “essere”> BHAV- i-ṣya-ti; KṚ- “fare”> KAR-i-ṣya-ti). Questa formazione (in -iṣya-) a volte sostituisce vecchi futuri in -sya-, morfologicamente più difficile: DAH-i-ṣya-ti “brucerà” (da DAH-), “doublet” di DHAK-ṣya-ti (passaggio da dah a dhak secondo 35). La coniugazione è esattamente quella di bhavati (117), quindi per esempio: eṣyāmi (1ª sing. attiva), eṣyanti (3ª pl. attiva), eṣyete (3ª du. medio), eṣyāmahe (1ª pl. medio).

131- Condizionale. - Esiste un imperfetto del futuro, usato come condizionale (sintassi 176). La formazione è esattamente la stessa dell’imperfetto tematico (119): aumento + radicale + desinenze secondarie. Avremo quindi, riprendendo alcuni degli esempi precedenti: abhetsyat “egli squarcerebbe”, atyakṣat “egli lascerebbe”, abhaviṣyat “egli lascerebbe”, aiṣyat “egli andrebbe” (saṁdhi particolare, cfr. 119 R.).

132- Futuro perifrastico. - Un’altra formazione del futuro (sintassi 176) utilizza un nome di agente in -tṛ- (cfr. 48) seguito più spesso dal verbo essere (radice AS-). Si tratta, infatti, di una forma fissa al nom. m. sg. (quindi °tā, secondo 89) che, per saṁdhi, si fonde con l’iniziale di AS-. Esempi: datāsmi “Io darò” (= DĀ-tṛ- > dātā + asmi “Io sono”); draṣṭāsi “tu vedrai” (radice DṚŚ- nome d’agente draṣ-ṭṛ- [secondo 37], e asi “tu sei”); alla 3ª sg. asti non è espresso: bhavitā “egli diventerà” (= BHAV-i-tṛ-, cf. 89). Il duale e il plurale sono rari, tranne che nella terza persona, che si presenta nella sua forma declinata (al m.) dātārau “daranno”, bhavitāras “diventeranno”. Il medio (molto raramente utilizzato) utilizza anche la radice AS- (1ª sg. AS-e [2ª ase per AS-se, cfr. 111]), tuttavia la 1ª persona non è *dātāse (da - “dare”), ma dātāhe, una nuova forma destinata ad evitare confusione con dātāse “tu darai”.

133- Participio. - Esiste, infine, un participio futuro costruito sul radicale in -sya- (-iṣya-). Omologo del participio presente (128), questo participio utilizza il suffisso alternato -ant- (femminile: -ī-) all’attivo e il suffisso tematico -māna- (femminile: -ā-) al medio: bhaviṣyant-, bhaviṣyamāna-.










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