paspaśa
ṛgveda X.166
5 versi, metro anuṣṭubh, ad eccezione del 5º, mahāpaṅkti
Stephanie W. Jamison, Joel P. Brereton, The ṛgveda, vol.1-3, Oxford University Press, 2014
Introduzione
L’oratore in prima persona, estremamente aggressivo, proclama il suo trionfo sui rivali e la loro totale umiliazione. Utilizzando i tropi quasi universali di alto e basso, sottolinea ripetutamente la posizione spaziale (e quindi concettuale) dei suoi nemici sconfitti, che si trovano letteralmente sotto i suoi piedi (vv. 2, 5; si vedano anche i vv. 3-4).
Il versetto 4 è notevole per il trio di attributi che l’oratore coglie dai suoi rivali, un insieme che si adatta facilmente a un’analisi trifunzionale (duméziliana): “cognizione” come potere mentale superiore appropriato alla Prima Funzione sacerdotale, “comando” rappresentante della Seconda Funzione guerriero-regista e “compagnia, assemblea” la massa di seguaci della Terza Funzione. Anche se non siamo troppo sensibili al paradigma duméziliano, questo passaggio in particolare trova risonanza in un’analisi di questo tipo.