mauna

Published: Mar 13, 2022 by devadatta

maunāya namaḥ

mauna vs vāc ?

maunaṁ caivāsmi guhyānāṁ

e (ca) così (iva) io sono (asmi) il silenzio (maunam) dei segreti (guhyānām) (bhagavad gītā, X, 38)

aham janāya samadam kṛṇomyaham dyāvāpṛthivī ā viveśa ǁ

[Io, vāc] Suscito (kṛṇomi) contese (samadam) alla gente (janāya), pervado (ā viveśa) il cielo e la terra (dyāvāpṛthivī). (ṛgveda, X.125)

Ich errege Streit unter dem Volke, ich durchdringe Himmel und Erde. (Geldner)

I make combat for the people. I have entered Heaven and Earth. (Brereton - Jamison)

Questi versi per segnalare due minuscole ma interessanti antologie di testi:

Giuliano Boccali, Il silenzio in India, Mimesis, 2017, 65 pp.

Laura Liberale, Rinuncia, AnimaMundi, 2021, 67 pp.

“Fin dal ṛgveda … la dea vāc, “Parola”, ha il rango della divinità creatrice: il suo potere da Lei stessa esaltato in un inno famoso (X.125) ha creato perfino il padre cosmico. e più avanti la Parola sarà considerata la creatrice della realtà umana” (Boccali, p. 10)

Ma, “per la religiosità hindu, il silenzio è la dimensione dell’Assoluto, inconcepibile e immanifesto” (Boccali, p. 9) … “il cui fine è quello della liberazione (mokṣa), per essere riassorbiti nell‘unità dell’Assoluto (brahman) (p.12).

Il silenzio, una benefica rinuncia oggi necessaria?

mauna

< >

Latest Posts

vānaprastha
vānaprastha

van- , vb. cl. 1, piacere, amare, sperare, desiderare; ottenere, acquisire; conquistare, vincere;

liṅgam
liṅgam

“Generalmente la centralità nei templi dedicati al Dio spetta al liṅga. Esiste una molteplicità di liṅga. Rappresentazione della potenza allo stato puro prima e nonostante la manifestazione, il liṅga è l’emblema per eccellenza di śiva, esso rappresenta parzialmente l’energia sessuale e la procreazione, ma è soprattutto potenza distruttrice: se il liṅga, a causa di una maledizione, si stacca dal corpo di śiva e cade a terra l’universo si spegne o comincia bruciare ogni cosa, finché non viene posta nella yoni di parvatī ove la sua forza distruttrice si placa; la yoni rappresenta la base su cui il liṅga è istallato, simbolo della śakti con la quale il Dio è perennemente unito. Nei pancamukha-liṅga (liṅga con cinque volti) ci sono in realtà quattro volti, il quinto è il liṅga come forma trascendente di śiva. Nei sancta sanctorum dei templi i la mūrti che si incontra più frequentemente non è una vera e propria mūrti, bensì il liṅga che prima di essere un oggetto concreto di culto è il segno di una Realtà sottile che permea tutte le cose: “il liṅga è nel fuoco per coloro che si dedicano ai riti, nell’acqua, nel cielo, nel sole per gli uomini saggi, nel legno e in altri materiali solo per gli sciocchi; ma per gli yogin è nel proprio cuore. (īśvara-gītā, Il Canto del Signore [śiva]). Gli śivaliṅga sono infiniti, dice lo śiva-purāṇa, e l’intero universo è fatto di liṅga giacché tutto è forma di śiva e null’altro esiste realmente; il liṅga in altre parole è il brahman (īśvra-gītā 10, 1 e 3).”