liṅgam

Published: Oct 19, 2022 by devadatta

“Generalmente la centralità nei templi dedicati al Dio spetta al liṅga. Esiste una molteplicità di liṅga. Rappresentazione della potenza allo stato puro prima e nonostante la manifestazione, il liṅga è l’emblema per eccellenza di śiva, esso rappresenta parzialmente l’energia sessuale e la procreazione, ma è soprattutto potenza distruttrice: se il liṅga, a causa di una maledizione, si stacca dal corpo di śiva e cade a terra l’universo si spegne o comincia bruciare ogni cosa, finché non viene posta nella yoni di parvatī ove la sua forza distruttrice si placa; la yoni rappresenta la base su cui il liṅga è istallato, simbolo della śakti con la quale il Dio è perennemente unito. Nei pancamukha-liṅga (liṅga con cinque volti) ci sono in realtà quattro volti, il quinto è il liṅga come forma trascendente di śiva. Nei sancta sanctorum dei templi i la mūrti che si incontra più frequentemente non è una vera e propria mūrti, bensì il liṅga che prima di essere un oggetto concreto di culto è il segno di una Realtà sottile che permea tutte le cose: “il liṅga è nel fuoco per coloro che si dedicano ai riti, nell’acqua, nel cielo, nel sole per gli uomini saggi, nel legno e in altri materiali solo per gli sciocchi; ma per gli yogin è nel proprio cuore. (īśvara-gītā, Il Canto del Signore [śiva]). Gli śivaliṅga sono infiniti, dice lo śiva-purāṇa, e l’intero universo è fatto di liṅga giacché tutto è forma di śiva e null’altro esiste realmente; il liṅga in altre parole è il brahman (īśvra-gītā 10, 1 e 3).”

(da la tesi di Luisia D’urso, la danza di śiva, rel. prof. R. Torella, Università la Sapienza, Roma, 2006-07)

KYV-TA 10-16-3 a 23:

ūrdhvāya namaḥ
ūrdhva-liṅgāya namaḥ
Omaggi a ūrdhva, colui che è elevato.
Omaggi al liṅga di ūrdhva che si eleva.
ūrdhva-, s.n., altezza, elevazione, ciò che è piazzato sopra o più in alto
vṛdh, v. cl 1, accrescere, estendere, far prosperare; elevare, allietare, consolare
liṅga, s.n., segno, marchio, fallo, pene

hiraṇyāya namaḥ
hiraṇya-liṅgāya namaḥ
Omaggi a hiraṇya, colui che è come l’oro.
Omaggi a hiraṇyaliṅga, il liṅga d’oro.
hiraṇya, s.n. oro

suvarṇāya namaḥ
suvarṇa-liṅgāya namaḥ
Omaggi a suvarṇa (il piano celeste), dal bellissimo colore dorato.
Omaggi al liṅga suvarṇa, dal bellissimo colore dorato.
suvarṇa, agg. di colore bellissimo, di tonalità brillante, luminoso, dorato, giallo
su, agg. avv. buono, eccellente, giusto, onesto, bello
varṇa, s.m. apparenza esteriore, forma, figura, colore del viso, bella carnagione
√vṛ, v. cl. 1, coprire, schermare, velare

divyāya namaḥ
divya-liṅgāya namaḥ
Omaggi a divya, il mondo divino.
Omaggi al divino divyaliṅga.
divya, agg. divino, celeste, celestiale
div, v. cl. 4 giocare, divertirsi, praticare un gioco

bhavāya namaḥ
bhava-liṅgāya namaḥ
Omaggi a bhava, la nascita.
Omaggi a bhavaliṅga, origine della vita
bhava, s. m. il venire al mondo, nascita, origine
bhū, v. cl. 1, diventare, essere, sorgere, nascere, esistere, vivere

śarvāya namaḥ
śarva-liṅgāya namaḥ
Omaggi a śharva, rudra-śiva.
Omaggi al śharvaliṅga, rudraśivaliṅga.
śarva, s.m. nome di un dio che uccide con le frecce, rudra-śiva
√śṝ, v. cl. 9, frantumare, lacerare, spezzare, rompere, uccidere

śivāya namaḥ
śiva-liṅgāya namaḥ
Omaggi a śiva, il benevolo
Omaggi a śivaliṅga.
śiva, s.m śiva, nome del dio che distrugge e rigenera ; agg. propizio, favorevole, benevolo
śī, v. cl 2,sdraiarsi, riposare

jvalāya namaḥ
jvala-liṅgāya namaḥ
Omaggi a jvala, la fiamma.
Omaggi a jvalaliṅga, la fiamma del liṅga.
jvala-, s.m fiamma

ātmāya namaḥ
ātma-liṅgāya namaḥ
Omaggi all’ātman.
Omaggi all’ātmaliṅga.
ātman-, s.m. alito, soffio, anima, principio della vita e delle sensazioni

paramāya namaḥ
parama-liṅgāya namaḥ
Omaggi a parama, l’Assoluto, il più importante.
Omaggi al paramaliṅga.
parama-, agg. più alto, primo, più importante, migliore, eccellente

etat somasya sūryasya sarva-liṅgaṁ sthāpayati pāṇi-mantraṁ

pavitram
Ognuno di questi (etad) liṅgam (sarvaliṅgam), del soma (somasya) e di sūrya (sūryasya), è un mezzo di purificazione (pavitram) che sta saldamente (sthāpayati) nelle mani (pāṇi) dei mantra (mantram)

śivaliṅgam e il Suo Guardiano a Vānaprastha nilayam, Pontirone

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vānaprastha
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van- , vb. cl. 1, piacere, amare, sperare, desiderare; ottenere, acquisire; conquistare, vincere;

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“Generalmente la centralità nei templi dedicati al Dio spetta al liṅga. Esiste una molteplicità di liṅga. Rappresentazione della potenza allo stato puro prima e nonostante la manifestazione, il liṅga è l’emblema per eccellenza di śiva, esso rappresenta parzialmente l’energia sessuale e la procreazione, ma è soprattutto potenza distruttrice: se il liṅga, a causa di una maledizione, si stacca dal corpo di śiva e cade a terra l’universo si spegne o comincia bruciare ogni cosa, finché non viene posta nella yoni di parvatī ove la sua forza distruttrice si placa; la yoni rappresenta la base su cui il liṅga è istallato, simbolo della śakti con la quale il Dio è perennemente unito. Nei pancamukha-liṅga (liṅga con cinque volti) ci sono in realtà quattro volti, il quinto è il liṅga come forma trascendente di śiva. Nei sancta sanctorum dei templi i la mūrti che si incontra più frequentemente non è una vera e propria mūrti, bensì il liṅga che prima di essere un oggetto concreto di culto è il segno di una Realtà sottile che permea tutte le cose: “il liṅga è nel fuoco per coloro che si dedicano ai riti, nell’acqua, nel cielo, nel sole per gli uomini saggi, nel legno e in altri materiali solo per gli sciocchi; ma per gli yogin è nel proprio cuore. (īśvara-gītā, Il Canto del Signore [śiva]). Gli śivaliṅga sono infiniti, dice lo śiva-purāṇa, e l’intero universo è fatto di liṅga giacché tutto è forma di śiva e null’altro esiste realmente; il liṅga in altre parole è il brahman (īśvra-gītā 10, 1 e 3).”