śrī rudram

rudra namakam 3 - paspaśā

Terzo Anuvaka: il problema del male. Il terzo anuvāka ha 17 yajus e pone un problema ai lettori.
Dopo aver introdotto Rudra come guerriero, il terzo anuvāka lo presenta come il principe dei ladri e degli imbroglioni. Questo ha indignato uno dei commentatori, Vishnu Suri, e lo ha portato a ignorare completamente il significato semplice e naturale, inducendolo a scrivere un commento forzato.

La religione indù non evita né minimizza il problema del male, l’esistenza di ciò che è meschino, crudele o ripugnante nella vita. Rudra è il Signore non solo delle cose piacevoli e lodevoli - il sole, la luna e le stelle, gli alberi verdi e la terra erbosa, ma anche di ciò che è scioccante e terribile. È il Signore di vari tipi di ladri, tra cui quelli assetati di sangue e che uccidono senza pietà. Non si può dire che Rudra abbia creato solo ciò che è bello e piacevole. Il male, la miseria, le cose che scioccano e indignano, il problema del male che non può essere negato o sottovalutato, sono tanto parte dell’universo creato da Dio.

La spiegazione di Sāyaṇa è questa:
“Rudra, come un attore, si diverte a recitare molte parti. Una delle interpretazioni dei mantra di Rudra è che essi celebrano Rudra come l’Anima universale (sārvātmyam). Questo significa che Rudra non è solo una divinità distinta, ma è la realtà fondamentale che esiste in tutte le forme di vita. Ovunque ci siano esseri umani, qualunque sia la loro forma fisica o la loro condizione, Rudra è presente in quella stessa forma e condizione, essendo il sé universale che permea ogni cosa.
Rudra manifesta la propria esistenza in due modi distinti: sia in questi aspetti [i ladri e altri elementi negativi citati precedentemente] sia in altri aspetti considerati indesiderabili. Il significato primario delle parole ladro ecc., è la forma Jiva. Quella forma peccaminosa di Jiva è ciò che viene condannato nelle śāstra. Ma le parole hanno un lakṣyārtha- un significato che indica qualcosa oltre il significato letterale. Il lakṣyārtha qui è Iśvara, la forma divina. L’uomo ottiene il più alto puruśartha, il summum bonum, contemplando Dio in questo aspetto superiore. Ecco perché, tenendo presente questo ultimo lakṣyārtha, il rudram utilizza parole comuni e mondane (laukika) come ladro, truffatore, assassino.”

Bādarāyaṇa sul Problema del Male.
Badarayana nel suo Brahmasutra, Adhyaya 2, Pada 3, Adhikarana 17, Sutra 43 ha dichiarato che il Jiva è come una parte o scintilla di Brahman come dichiarano le śruti; inoltre gli atharvaṇi dichiarano espressamente che Brahman non è diverso e che Egli è il pescatore, lo schiavo e il giocatore d’azzardo.

Śaṅkara commenta: “Dichiarando che Brahman è il pescatore, lo schiavo e il giocatore d’azzardo imbroglione, la śruti, prendendo esempi umili, afferma che Brahman è entrato in tutti i Jiva tramite namarūpa - nome e forma. Sottolinea l’identità di entrambi; dice che l’intelligenza è comune a Dio e all’uomo, come il calore è in un grande fuoco e una scintilla.” Analogamente, il Rudram esorta i suoi lettori: “Tutte le distinzioni di ladro, truffatore e predone sono a livello vyāvahārika, cioè relativo alla vita comune, pratica, usuale, reale, all’esistenza esistenza terrena. Elevati al livello spirituale superiore, che trascende i ristretti confini vyāvahārika di virtù e vizio, come afferma la Katha Upaniṣad. È solo se comprendi l’intero universo come una manifestazione di Dio e di te stesso, che nulla nel mondo sarà ripugnante, poiché tutto sarà parte del proprio sé eternamente puro e beatifico.”

Chi è Rudra?: Rudra è Brahman, il tuo sé è il Brahman’, è il mahāvakya (il grande detto) dell’Atharvaṇa Māṇḍūkya Upaniṣad. Prosegue ulteriormente per affermare “i saggi considerano che il quarto stato del sé sia il Brahman, in cui l’universo non viene percepito ma si dissolve. È di buon auspicio, pieno di pace e non-duale.” Quando si raggiunge quello stato di turīya (stato di coscienza pura o esperienza della verità ultima) ‘non sorge alcuna questione di mohā (perdita di coscienza, sbalordimento, perplessità, distrazione, infatuazione, inganno, errore, follia) e śoka (do- lore, tristezza, afflizione, angoscia, pe- na per)- confusione e miseria - quando si realizza l’unità trascendente,’ come dichiara l’Īśa Upaniṣad.

Yajus 13-15 dichiarano che gli uomini in tutti gli stati e tipi di attività sono Rudra. Pertanto il terzo Anuvāka può essere definito come “styena e avastha a<nuvāka, - l’anuvāka del ladro ecc., e degli stati di attività”.”

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