śrī rudram

rudra namakam 2 - paspaśa



paspaśa di sāyaṇācārya

prathamānuvāke bhagavato rudrasya yā pradhānabhūtā tanuriṣudhanurhastā tāṃ bahudhā prasādya tasya ye līlāvigrahā jagannirvāhahetavaste ‘ṣṭabhiranuvākaiḥ prasādyante ।
teṣvanuvākeṣu sarvāṇyapi yajūṃṣi ।
tānyapi dvividhāni । ubhayatonamaskārāṇyanyataratonamaskārāṇi ca ।
tatra triṣvanuvākeṣu namaskārādikaṃ namaskārāntamekaikaṃ yajuḥ ।
itareṣu pancasvanuvākeṣunamaskārādikamevaikaikaṃ yajuḥ ।
tatra dvitīye ‘nuvāke trayodaśa yajūṃṣi ।

Nel primo anuvāka (prathamānuvāke) si propiziava (prasādya, ger.) in molti modi (bahudhā) la manifestazione (tanu) principale (pradhānabhūtā) del Signore Rudra (bhagavato rudrasya) con in mano (hastā) arco e freccia (riṣudhanuḥ). Con gli (tasya) otto (aṣṭabhiḥ) anuvāka (aṣṭabhiḥ) [successivi] vengono propiziati (prasādyante) le forme (vigrahā) giocose (līlā) che sono la causa (hetavaste) della realizzazione (nirvāhah) del mondo (jagat).
In questi (teṣu) [otto] anuvāka (anuvākeṣu) tutti (sarvāṇi) [i ṛk sono] preghiere sacrificali (yajūṃṣi).
Essi (tāni) [sono] anche (api) di due tipi (dvividhāni). [Alcuni sono] ubhayatonamakāra, cioè con saluti (namaskārāṇi) da entrambe (ubhaya) le parti (ataḥ), e (ca) [altri sono] anyataratonamaskāra, cioè con saluti (namaskārāṇi) da una sola (anyatara) parte (ataḥ).
Nei (tatra) [primi] tre (triṣu) anuvāka (anuvākeṣu), ogni singolo (ekaikaṃ) yajus (yajuḥ) inizia (ādikam) con un saluto (namaskāra) e termina (antam) con un saluto (namaskāra).
Negli altri (itareṣu) cinque (pañcasu) anuvāka (anuvākeṣu), ogni singolo (ekaikaṃ) yajus (yajuḥ) inizia (ādikam) proprio (eva) con un saluto (namaskāra).
Nel (tatra) secondo (dvitīye) anuvāka (anuvāke), ci sono tredici (trayodaśa) yajus (yajūṃṣi).

Nel primo anuvāka si propiziava in molti modi la manifestazione principale del Signore Rudra con in mano arco e freccia. Con gli otto anuvāka [successivi] vengono propiziati le forme giocose che sono la causa della realizzazione del mondo.
In questi [otto] anuvāka tutti [i ṛk sono] yajus, preghiere sacrificali.
Essi [sono] anche di due tipi. [Alcuni sono] ubhayatonamakāra, cioè con saluti da entrambe le parti, e [altri sono] anyataratonamaskāra, cioè con saluti da una sola parte).
Nei [primi] tre anuvāka, ogni singolo yajus inizia con un saluto e termina con un saluto.
Negli altri cinque anuvāka, ogni singolo yajus inizia proprio con un saluto.
Nel secondo anuvāka, ci sono tredici yajus.

Introduzione del curatore

La struttura dei versi di questo anuvāka segue un modello ripetitivo che facilita la recitazione e la memorizzazione, elementi cruciali nella tradizione orale vedica.
Ogni verso inizia e finisce con namaḥ. Questa ripetizione crea un ritmo e sottolinea l’atto di venerazione.
Ogni verso elenca diversi aspetti o funzioni, solitamente tre, a parte il n. 6 che ne elenca due, creando un’enumerazione che serve a onorare l’onnipresenza di Rudra.
I versi utilizzano due dativi usati per indirizzare l’omaggio a Rudra nelle sue diverse qualità e un termine ricorrente al dativo, pataye, seguito da un genitivo che lo specifica. Fa eccezione sempre il n. 6 con solo due dativi e due genitivi che li specifica.
Gli epiteti mostrano Rudra come una divinità onnipresente che permea tutti gli aspetti dell’esistenza, dalle forze della natura agli aspetti della vita umana.
Riflettono le molteplici manifestazioni e ruoli di Rudra. Egli è venerato come signore degli elementi naturali (come gli alberi e gli animali), delle forze umane (come il comandante dell’esercito o il mercante), e delle dimensioni cosmiche (come il signore dell’universo o dei campi).
Rudra non è solo una divinità lontana e inaccessibile; è anche intimamente coinvolto in aspetti quotidiani come il cibo e le professioni.
È anche noto per la sua natura sia distruttiva sia benefica. Gli epiteti mostrano questo equilibrio, riconoscendo sia gli aspetti tempestosi sia quelli protettivi e nutrienti di Rudra.
La struttura e il posizionamento degli epiteti, insieme alla loro somma numerologica, offrono un livello aggiuntivo di significato. Ecco alcuni punti chiave da considerare:
Il fatto che il verso 6 sia l’unico ad avere due epiteti anziché tre e sia posizionato centralmente nell’Anuvāka suggerisce un’enfasi particolare su questo verso.

bhavasya heti: “La freccia [la causa] dell’esistenza” - Questo epiteto implica una forza fondamentale o un principio primordiale alla base dell’esistenza, che potrebbe rappresentare il concetto di creazione o causa prima nell’universo.

jagatām pati: “Signore dell’universo” - Indica la sovranità e il controllo supremo su tutto il cosmo, riconfermando l’autorità assoluta di Rudra/Shiva.

La somma dei numeri di epiteti che porta a 11, il numero tradizionalmente associato a rudra/śiva, aggiunge un altro strato di significato. Nella spiritualità indù, i numeri hanno spesso una profonda importanza simbolica e sono utilizzati in modi rituali e metaforici per trasmettere concetti più profondi 
Ogni epiteto ha un significato simbolico, metaforico profondo, collegato a concetti metafisici e spirituali.
L’interpretarli è un’altra storia.
Ecco la lista dei 38 (8+3=11) epiteti di questo anuvāka

Verso 1

  1. hiranyabāhu: Colui che ha le braccia d’oro
  2. senāni: Comandante dell’esercito
  3. diśām pati: Signore delle direzioni

Verso 2

  1. vṛkṣa: Gli alberi
  2. harikeśa: Capelli biondi > Le foglie verdi
  3. paśūnām pati: Signore degli animali

Verso 3

  1. saspiñjara: L’erba giallognola appena spuntata
  2. tviṣīmat: Il brillante e vigoroso
  3. pathīnām pati: Signore dei sentieri

Verso 4

  1. babhluśa: Il brunastro
  2. vivyādhin: Il feritore
  3. annānām pati: Signore del cibo

Verso 5

  1. harikeśāyaḥ: Colui che ha i capelli biondi
  2. upavītin: Colui che indossa il filo sacro
  3. puṣṭānām pati: Signore di coloro che sono ben nutriti

Verso 6

  1. bhavasya heti: La freccia [la causa] dell’esistenza
  2. jagatām pati: Signore dell’universo

Verso 7

  1. rudra: Terribile urlatore
  2. ātatāvin: Dall’arco teso
  3. kṣetrāṇām pati: Signore dei campi

Verso 8

  1. sūta: L’auriga
  2. ahantya: L’indistruttibile
  3. vanānām pati: Signore delle foreste

Verso 9

  1. rohita: Il rosso
  2. sthapati: Signore del luogo
  3. vṛkṣāṇām pati: Signore degli alberi

Verso 10

  1. mantrin: Il saggio
  2. vāṇija: Il mercante
  3. kakṣāṇām pati: Signore dei cespugli

Verso 11

  1. bhuvanti: Colui che espande o chi ha fatto come una copertura
  2. sthapati: Colui che procura spazio o chi è davanti alla terra
  3. oṣhadhīnām pati: Signore delle erbe

Verso 12

  1. uccairghoṣa: Colui che grida
  2. ākranda: Il grido
  3. pattīnām pati: Signore dei fanti

Verso 13

  1. ṛtsnavītā: Colui che tutto copre
  2. dhāvat: Colui che corre
  3. sattvanām pati: Signore di tutti gli esseri</span>






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