śrī rudram

rudra namakam anuvāka 2 - ṛk 10



namo̍ ma̱ntriṇe̍ vāṇi̱jāya̱ kakṣhā̍ṇā̱m pata̍ye̱ namo̱ |
| namaḥ | mantriṇe | vāṇijāya | kakṣhāṇām | pataye | namaḥ |

Omaggio (namaḥ) al saggio (mantriṇe), al mercante (vāṇijāya), al signore (pataye) dei cespugli (kakṣhāṇām), omaggio (namaḥ) |



La recitazione è dei Challakere Brothers.
Su www.saiveda.net il tutorial per la recitazione: tutorial

mantriṇe, agg. m.. dat. sg. di mantrin-, al saggio o eloquente (VS); sm. “che conosce i testi sacri o gli incantesimi”,

La parola mantrin deriva dalla parola mantra, che significa letteralmente “strumento del pensiero”, discorso, testo sacro, preghiera o canzone di preghiera. Si origina dal verbo “√ man-, cl. 4, 8” che significa “pensare a, conoscere, capire, comprendere”, e dal suffisso primario “-tra” utilizzato per creare sostantivi che indicano uno strumento o un mezzo di azione (nomen instrumentalis). Nel Vedismo, la parola “mantra” si riferisce principalmente a ‘strumento di pensiero’, che è anche il suo significato etimologico letterale. Questo ‘strumento di pensiero’ si raggiunge attraverso la recitazione di sacre espressioni che conducono a intuizioni mentali. Pertanto, “mantrin” è colui che è esperto nell’uso dei mantra o nel dare consigli.

vāṇijāya, sm. dat. sg. di vāṇija- (o vāṇij-), al mercante, commerciante;

kakṣhāṇām, sm. gen. pl. di kakṣa--, specie di pianta, cespugli simili alla macchia;

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