Grammatica sanscrita

Introduzione al verbo essere

Introduzione al verbo √as- essere
(fonte University of Texas at Austin)

Le parole fondamentali di una lingua, come il verbo ‘essere’, sono le meno soggette a modifica e offrono la prova più preziosa per stabilire relazioni tra le lingue.
Confrontiamo ad esempio il singolare del tempo presente del verbo sanscrito ‘essere’, ásmi, ási, ásti, con il greco omerico εἰμί, ἐσσί (più tardi εἶ), ἐστί o ἔστι, e con il latino est, gotico ist e l’inglese am and is.

√as, ‘essere’

presente singolare duale plurale
1 ásmi [svás] smási
2 ási sthás sthá
3 ásti stás sánti
       
ottativo singolare   plurale
1 syám   syā́ma
       
imperativo singolare   plurale
3 ástu   sántu


Il plurale si usa unicamente quando il numero dei soggetti è uguale o superiore a tre.
L’uso del duale è obbligatorio, come si osserva in questo verso del ṛgveda I.98:
váiśvānara táva tátsatyámastvasmā́nrā́yo maghávānaḥ sacantām ǀ
tánno mitró váruṇo māmahantāmáditiḥ síndhuḥ pṛthivī́ utá dyáuḥǁ
dove il verbo plurale māmahantām (3ª p. pl. imp. di √maṃh-, donare) induce il lettore a cercare altri soggetti nell’ultima parte del verso (mitra, varuṇa + aditi, sindhu, pṛthivī e dyauḥ).
Gli dèi si rivolgono singolarmente e in gruppo, come in questo inno, ma anche in coppia: yuvám kavī́ ṣṭhaḥ [sthaḥ], “voi due siete saggi” (X, 40, 6). (La retroflessione della s iniziale e poi della successiva dentale del verbo è causata dalla vocale precedente).




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