Da sempre la Francia è stata promotrice degli studi sulla lingua e la cultura sanscrita.
Anquetil Duperron ne è stato il capostipite (vedi post). L’Ottocento poi ha visto il fiorire di innumerevoli studi: Burnouff, Bergaigne, Nève, Baudry, A. Ph. Soupé, Paul Regnaud, V. Henry, De Saussure (la cui tesi di laurea era incentrata sul genitivo assoluto in sanscrito), Caland … ma anche il novecento francese è stato generoso, Louis Renou, Nadine Stchoupak, Filliozat, lo stesso Varenne … Molto dobbiamo a questi studiosi del sanscrito.
Quello che presento, la Grammatica di Varenne, è un volumetto. Non pretende di essere esaustivo. Strumento ideale però per un primo avvicinamento al sanscrito, per introdurlo.
Biografia di Jean Varenne (fonte: wikipedia)
Jean Varenne, nato a Marsiglia il 12 giugno 1926 e morto a Parigi il 12 luglio 1997, è un indologo francese.
È uno specialista dell’induismo, del sanscrito, delle cosmogonie vediche (upaniṣad vediche), e molti argomenti riguardanti la tradizione dell’India e le religioni dell’antico Iran.
Nel 1959 Jean Varenne sostiene una tesi di sanscrito all’EPHE (École Pratique des Hautes Études), IV sezione, pubblicata poi nel 1960. È stato distaccato al Ministero degli Affari Esteri all’Università di Poona dall’aprile 1959 all’aprile 1960, quindi all’École française d’Extrême-Orient dal maggio 1960 all’ottobre 1962 per assumere poi un incarico contrattuale come ricercatore indianista.
Nel 1962 viene nominato professore associato all’Università di Aix-Marseille, dove insegnerà fino al 1980. Durante questo periodo ha insegnato anche al Colegio de Mexico nel 1965 e all’Università di Chicago nel 1967.
Dal 1981 fino al suo pensionamento nel 1987, ha insegnato come professore di Sanscrito e Civiltà indiana all’Università di Lione III.
Nel 1982 fonda l’Institut d’études indo-européennes con Jean Paul Allard e Jean Haudry.
Nel 1987, fonda la collezione “Études indo-européennes” presso le Éditions de Belles Lettres.
È considerato uno dei migliori sanscritisti francesi.
Sorvoliamo sulle sue prese di posizioni politiche che nulla hanno a che fare con il sanscrito.
È autore di una quindicina di opere legate alle discipline del suo insegnamento. Oltre a partecipare a varie enciclopedie, ha scritto numerosi articoli su riviste e giornali non specializzati, dai Cahiers du Sud di Jean Ballard a Le Figaro, Les Nouvelles Littéraires, Marianne, Le Libéral Européen, ecc.
Alla fine della sua vita stava lavorando a un Dizionario Enciclopedico delle Religioni di cui sono stati pubblicati solo articoli sull’Induismo.
Bibliografia:
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Mahā-Nārāyana Upaniṣad, [éd. critique et trad.], 2 vol., Paris, Éditions de Boccard (PICI), 1960.
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Mantra védiques dans le « Raurava-âgama », JA 250/2, p. 185-189, 1962.
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Zarathushtra et la tradition mazdéenne, Paris, Seuil [rééd. 1977], 1962.
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Le Véda, ed. Planète, 1967, 453 p. Réédition 2003, Les Deux Océans
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Mythes et légendes, extraits des Brāhmanas, Paris, Gallimard, 1968.
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Grammaire du sanskrit, Paris, PUF (Que sais-je ?, 1416), 1971.
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Upaniṣads du Yoga, traduits du sanskrit et annotés, Paris, Gallimard (Connaissance de l’Orient, 39), 1971.
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Le Yoga et la tradition hindoue, Paris, Denoël, 1971.
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Célébration de la Grande Déesse (Dévî-mâhâtmya), Paris, Les Belles Lettres, 1975.
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Cosmogonies Védiques, Milan, Archè Milano, 1981, Paris, Les Belles Lettres, 19829.
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Aux Sources du Yoga, J. Renard, 1989.
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La Gîta- Govinda, Le Rocher, 1991.
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L’Enseignement secret de la divine Shakti, Grasset, 1995.
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Le Tantrisme : mythes, rites, métaphysique, Albin Michel, 1997.
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Zoroastre, le prophète de l’Iran, Dervy, 1996.