śrī rudram

rudra namakam anuvāka 2 - ṛk 6



namo bhavasya hetyai jagatām pataye namo |
| namaḥ | bhavasya | hetyai | jagatām | pataye | namaḥ |

Omaggio (namaḥ) all’arma (hetyai) dell’esistenza (bhavasya), al signore (pataye) dell’universo (jagatām), omaggio (namaḥ) |
Omaggio all’arma dell’esistenza (all’arma che distrugge il saṃsāra), al Signore dell’Universo, omaggio 

traduzione di Rajagopala Aiyar Versione 1
Saluti a Lui, la scure che taglia l'albero del saṃsāra saluti al Signore dei mondi.
Versione 2
Saluti a Lui, lo strumento che distrugge saṃsāra; saluti al Signore di tutti i mondi.

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1. sāyaṇācāryabhāṣyam
bhavaḥ saṃsārastasya hetirāyudham ।
saṃsāracchetre rudrāya namo 'stu ।
jagatāṃ pālako yo rudrastasmai namo 'stu ।

Bhava(l'esistenza o rudra) è il saṃsāra, heti la sua (tasya) arma (āyudham) [per distruggerlo]
Omaggio (namo astu) a Rudra (rudrāya), al distruttore (chetre, chettṛ-) del saṃsāra.
Omaggio (namo astu) a Rudra (rudraḥ), a Lui (tasmai), il protettore (pālakaḥ) del mondo (jagatām).


2. Bhaṭṭabāksara
Questo yajus del rudra-praśna indica chiaramente che Rudra è il distruttore del saṃsāra, che è solo ignoranza. Bhaṭṭa-bhāskara osserva nel suo commento:
kecidāhuḥ namo hiraṇyabāhava ityādibhiḥ pañcabhirmantraiḥ pañcabrahmāṇi pṛthagvarṇāni pratipādya tataḥ ṣaṣṭhenānena saṃsārasyocchettā pañcavaktro devaḥ pratipādyata iti ।
Alcuni (kecid) sostengono (āhuḥ iti) che rendendo omaggio (namo) a (hiraṇyabāhava) e simili (ādibhiḥ), attraverso cinque (pañcabhiḥ) mantra (mantraiḥ), vengono esposti (pratipādya) i cinque (pañca) aspetti di Brahman (brahmāṇi), ciascuno (pṛthag) con il proprio colore (varṇāni). Successivamente (tataḥ), con l'aggiunta (ānena) di un sesto (ṣaṣṭha) [mantra], viene rivelato (pratipādyata) che il divino (devaḥ) distruttore (ucchettā) del ciclo delle esistenze (saṃsārasya), ovvero il dio (devaḥ) dalle cinque facce (pañcavaktraḥ), è proprio Śiva.


3. Rajagopala Aiyar
1- Bhāskara afferma — dopo aver descritto i cinque Brahma con i loro vari colori nei precedenti cinque yajus, questo sesto tratta l'intero Rudra dalle cinque facce, il distruttore del saṃsāra.
A. Śankara afferma che nei precedenti cinque mantra Rudra era esaltato come il Signore di qualche cosa di individuale e limitato.
Data l'impossibilità di nominarlo Signore di ogni cosa, questo yajus lo riassume come signore di tutti i mondi.

2- Questo yajus è considerato uno dei mantra più importanti dello Śrī Rudram, la cui ripetizione costante con devozione porterà a mokṣa.
Vale la pena fare un confronto con i versetti del Lalitha Sahasranama e altri di natura simile:
" Lalitha Devi, la Madre, è colei che dona il nettare, che spegne gli incendi infuocati del saṃsāra; è il feroce incendio forestale che brucia completamente la foresta dei peccati; è il forte vento che soffia via le piume di povertà e sfortuna; è l'alba che dissipa le tenebre della vecchiaia; è la luna che causa l'innalzamento della marea del mare della buona fortuna; è la nuvola che rallegra quei pavoni, i cuori dei suoi devoti; è il fulmine che spacca i mali degli uomini; è l'ascia af filata che taglia il legno della morte.

3- jagatām pataye - Lo yajus 2 menziona paśūnāṃ pataye. "Non è questa una ripetizione?" chiede A. Śankara e risponde: "No, il primo sottolineava l'aspetto di Rudra di legare gli uomini al saṃsāra; questo alla Sua grazia salvifica nel distruggerlo, entrambi gli aspetti sono ugualmente veri e necessitano di menzione separata.


Note del curatore:
  1. Il Lalitha Sahasranama è uno dei testi più venerati nell'Induismo, in particolare nella tradizione Śakti e nei circoli devoti alla Dea. Si tratta di un inno di mille nomi (sahasranama significa "mille nomi") di Lalitha, un aspetto della Grande Dea o Devi. Lalitha è considerata una manifestazione suprema di Parvatī o Śakti, l'energia divina femminile fondamentale nell'Universo. Questo testo è una parte del Brahmanda Purana, uno dei Purana maggiori, e si presenta sotto forma di un dialogo tra il saggio Hayagriva e l'agastya ṛṣi, che chiede di essere guidato sulla via della devozione e della conoscenza spirituale.
    Lalitha Sahasranama non è solo un elenco di nomi, ma ogni nome riflette un attributo diverso o un aspetto della Dea, rivelando la sua natura multiforme e la sua potenza. I nomi elencati nel testo simboleggiano varie qualità divine, come la saggezza, l'amore, la forza, la protezione, la purificazione, e così via, offrendo un'immagine olistica della divinità.
    La recitazione del Lalitha Sahasranama è considerata una pratica spirituale potente e benefica. Si crede che la recitazione regolare di questi nomi divini aiuti nella purificazione della mente, porti benedizioni divine, rimuova gli ostacoli nella vita del devoto e conduca alla realizzazione spirituale o moksha. È comune tra i devoti della Dea eseguire la recitazione del Lalitha Sahasranama durante le preghiere quotidiane o in occasioni speciali e festival dedicati alla Dea.
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La recitazione è dei Challakere Brothers.
Su www.saiveda.net il tutorial per la recitazione: tutorial

bhavasya, sm. gen. sg. di bhava, della nascita = il saṃsāra

  • bhava-, il venire al mondo, nascita, produzione, origine (Yājñ; MBh; Kāv
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    1. sāyaṇācāryabhāṣyam
    ātatena vistāritena dhanuṣā 'vati rakṣatītyātatāvī tasmai rudrāya namo 'stu।
    kṣetrāṇāṃ pālako yo rudrastasmai namo 'stu ॥ ।

    Colui che protegge (avati) con un arco (dhanuṣā) che è esteso (ātatena) e allargato (vistāritena) è 'Ātatāvī' (ātatāvī - Colui che ha l'arco teso). Siano rivolti saluti (namo 'stu) a quel Rudra (Rudra) che è Ātatāvī. Siano rivolti saluti a quel Rudra che è il protettore (rakṣatī) dei campi (kṣetra), dei luoghi sacri.

    2. Bhaṭṭabāksara
    Secondo Bhaṭṭa-bhāskara, "kṣetra" può significare il corpo come definito nella Bhagavad-gītā 13.1 (idaṁ śarīraṁ kaunteya kṣetram ity abhidhīyate), oppure "kṣetra" può significare un luogo di pellegrinaggio (puṇyakṣetra) come Kāśī.

    3. Rajagopala Aiyar
    1- Bhāskara afferma — dopo aver descritto i cinque Brahma con i loro vari colori nei precedenti cinque yajus, questo sesto tratta l'intero Rudra dalle cinque facce, il distruttore del saṃsāra.
    A. Śankara afferma che nei precedenti cinque mantra Rudra era esaltato come il Signore di qualche cosa di individuale e limitato.
    Data l'impossibilità di nominarlo Signore di ogni cosa, questo yajus lo riassume come signore di tutti i mondi.

    2- Questo yajus è considerato uno dei mantra più importanti dello Śrī Rudram, la cui ripetizione costante con devozione porterà a mokṣa.
    Vale la pena fare un confronto con i versetti del Lalitha Sahasranama e altri di natura simile:
    " Lalitha Devi, la Madre, è colei che dona il nettare, che spegne gli incendi infuocati del saṃsāra; è il feroce incendio forestale che brucia completamente la foresta dei peccati; è il forte vento che soffia via le piume di povertà e sfortuna; è l'alba che dissipa le tenebre della vecchiaia; è la luna che causa l'innalzamento della marea del mare della buona fortuna; è la nuvola che rallegra quei pavoni, i cuori dei suoi devoti; è il fulmine che spacca i mali degli uomini; è l'ascia af filata che taglia il legno della morte.

    3- jagatām pataye - Lo yajus 2 menziona paśūnāṃ pataye. "Non è questa una ripetizione?" chiede A. Śankara e risponde: "No, il primo sottolineava l'aspetto di Rudra di legare gli uomini al saṃsāra; questo alla Sua grazia salvifica nel distruggerlo, entrambi gli aspetti sono ugualmente veri e necessitano di menzione separata.


    Note del curatore:
    1. Il Lalitha Sahasranama è uno dei testi più venerati nell'Induismo, in particolare nella tradizione Śakti e nei circoli devoti alla Dea. Si tratta di un inno di mille nomi (sahasranama significa "mille nomi") di Lalitha, un aspetto della Grande Dea o Devi. Lalitha è considerata una manifestazione suprema di Parvatī o Śakti, l'energia divina femminile fondamentale nell'Universo. Questo testo è una parte del Brahmanda Purana, uno dei Purana maggiori, e si presenta sotto forma di un dialogo tra il saggio Hayagriva e l'agastya ṛṣi, che chiede di essere guidato sulla via della devozione e della conoscenza spirituale.
      Lalitha Sahasranama non è solo un elenco di nomi, ma ogni nome riflette un attributo diverso o un aspetto della Dea, rivelando la sua natura multiforme e la sua potenza. I nomi elencati nel testo simboleggiano varie qualità divine, come la saggezza, l'amore, la forza, la protezione, la purificazione, e così via, offrendo un'immagine olistica della divinità.
      La recitazione del Lalitha Sahasranama è considerata una pratica spirituale potente e benefica. Si crede che la recitazione regolare di questi nomi divini aiuti nella purificazione della mente, porti benedizioni divine, rimuova gli ostacoli nella vita del devoto e conduca alla realizzazione spirituale o moksha. È comune tra i devoti della Dea eseguire la recitazione del Lalitha Sahasranama durante le preghiere quotidiane o in occasioni speciali e festival dedicati alla Dea.
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hetyai, sf. dat. sg. di heti, arma da lancio, arma generica (RV)

  • hi, vb. cl5, mandare, mettere in moto, spingere, incalzare. sollecitare

jagatām, sn. gen. pl. di jagat, mondi

Il termine jagat si riferisce a “mondo” o “universo”, e quando usato in genitivo plurale (jagatām), indica “dei mondi” o “dell’universo”, implicando un riferimento a più mondi o all’intero universo.

√gam, vb. cl 1, . andare, andare via. muoversi, venire (RV);

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